Morire di lavoro quando la pensione non dovrebbe essere ormai lontana.
Sono considerazioni amare quelle sentite oggi pomeriggio a San Salvo, prima e dopo i funerali di Pasquale Di Vito, ucciso a 55 anni da un tragico incidente, ieri, a Casalbordino.
Lâuomo stava manovrando un piccolo escavatore ai margini della A14 quando qualcosa è andato storto e la benna del mezzo meccanico, come impazzita, lo ha mortalmente colpito alla testa.
Una morte bianca, lâennesima, sulla quale sono tenuti a far luce, adesso, la procura della repubblica di Vasto e lâispettorato provinciale del lavoro di Chieti, ai quali hanno già consegnato un primo rapporto gli agenti della polizia autostradale del distaccamento Vasto Sud. Per gli accertamenti meccanici ci vorrà più tempo, per capire se sia stato un guasto della macchina operatrice o cosâaltro a causare la morte di Di Vito. Tanti gli operai, oggi pomeriggio, allâauditorium Papa Paolo VI di San Salvo: don Michele Carlucci, il celebrante, ha tentato di lenire il dolore della moglie Liliana, delle figlie Maria e Angela Morena, dei nipotini e degli altri familiari. Ieri, sulla tragedia, aveva alzato la voce la Fillea Cgil di Chieti, che invoca verità sul dramma e sicurezza per chi lavora.
Un minuto di raccoglimento per lâomaggio alla vittima lâaveva dedicato il consiglio comunale di San Salvo. Ma la politica sa che sessanta secondi, anche meno, possono bastare a mietere altri caduti sul lavoro. Comâè successo a Pasquale Di Vito.