Dallâoblio al âbuco neroâ che, âper esigenze dellâAmministrazioneâ, ha risucchiato le Terme Romane di Histonium private della illuminazione pubblica nei giorni del Vasto Film Festival, il passo è stato, come sempre accade, molto breve.
Giorni in cui proprio il Festival ha rianimato almeno per qualche ora questo tratto dimenticato e abbandonato di via Adriatica, ricostituendo magicamente quellââ⦠asse Terme, Via Adriatica e Museo Archeologicoâ che, come ebbe a dire il nostro Sindaco nel lontano 2007 impegnandosi a âvalorizzare tutto il percorsoâ, ârappresenta uno degli elementi più significativi e di attrazione turistica-culturale della Città di Vastoâ.
Sceso il sipario sul Vasto Film Festival il cui prestigio non si è inteso in alcun modo turbare, corre obbligo, ora, a riflettori spenti, di svolgere qualche riflessione.
Si tralascia opportunamente la sequenza dei gravi fatti avvenuti, per rilevare solo che, ancora una volta, âignotiâ sono entrati nel sito archeologico ed hanno spento lâinterruttore lasciando al buio lâintera area archeologica. Nessuna rimostranza da parte di chi, per incarico della Soprintendenza competente, gestisce il sito, nessuna lettera (mai letta), sono valse ad evitarlo.
Eppure, le âesigenzeâ in nome delle quali câè stato lâordine di relegare allâoscuramento totale le Terme Romane, erano ben note allâAmministrazione già da tempo e, per tempo ad esse lâAmministrazione avrebbe dovuto provvedere, preoccupandosi di adottare quelle minime misure organizzative che potessero garantire sia il regolare svolgimento del Film Festival che quello delle visite guidate al sito archeologico curate ormai da un lustro dalla Delegazione FAI di Vasto: un servizio reso alla Città (almeno così credevamo fosse inteso anche in Comune) grazie alla imprescindibile e preziosa collaborazione con le Scuole cittadine che coinvolgono ogni anno sempre più numerosi alunni i quali, a Vasto, dedicando le loro vacanze estive alle Terme Romane, hanno reso stabile lâesperienza degli Apprendisti Ciceroni FAI ®, simbolo riconosciuto delle Giornate Nazionali FAI di Primavera.
âEsigenzeâ, infine, per soddisfare le quali lâAmministrazione avrebbe dovuto semplicemente attenersi alle prescrizioni date dalla Soprintendenza Archeologica in caso di utilizzo della vicina Arena delle Grazie per eventi: â⦠assicurare sul posto per lâintera durata delle manifestazioni una adeguata vigilanza, onde evitare accessi incontrollati di malintenzionati allâadiacente area archeologicaâ¦; comunicare preventivamente al FAI Delegazione di Vasto, che gestisce lâarea sulla base di specifica Convenzione con lo scrivente Ufficio, via posta elettronica allâindirizzo e-mail sopra riportato, con almeno 48 ore di preavviso, nominativi e numeri di cellulare dei responsabili delle varie iniziative, comunale e operativo, per ogni eventuale necessità di raccordo organizzativoâ.
E pensare che, per farvi fronte, si poteva semplicemente svitare quelle due o tre lampadine dei lampioni della zona a prato delle Terme, accusati di âdare fastidioâ! Una soluzione collaudata, che qualcuno (sempre rigorosamente âignotoâ, poiché la buona educazione e le regole sono un optional in disuso, ma almeno dotato di maggiore buon senso) aveva sperimentato con successo dopo le nostre rimostranze dello scorso anno. Forse, sarebbe âcostatoâ due o tre minuti in più che abbassare semplicemente una leva, ma sarebbero stati minuti spesi bene, non fosse altro che per âmettere in vetrinaâ quale valore aggiunto della Città anche questo importante sito archeologico.
Ed è proprio questo che rammarica di più! Che unâAmministrazione, pure così attenta ad altri luoghi dâinteresse della città , non abbia saputo cogliere nemmeno lâopportunità del Film Festival per mostrare ad una platea sicuramente più vasta questo sito termale che, come ai nostri Ciceroni piace esordire accogliendo i visitatori, ârisale al II sec. d.C. ed è il più grandi dellâintera Italia centro meridionale adriaticaâ, ed è, dunque, patrimonio non solo della nostra Città ma dellâItalia intera.
Un sito che, in occasione di unâedizione delle Giornate Nazionali FAI di Primavera, ha trovato posto sulle pagine di Vanity Fair e su prestigiose testate nazionali dove, sotto la foto del Nettuno (simbolo dimenticato di Vasto), è stato annoverato tra âle visite da non perdereâ accanto ai Laboratori Ansaldo di Milano, Villa Madama a Roma, la Torre del Maurizio ad Orvieto e la Biblioteca Universitaria di Genova. Un sito presente nella Guida dei Luoghi del Cuore pubblicato dal FAI lo scorso marzo.
Un luogo che, pure, nelle poche ore di luce che gli sono state concesse il 20 agosto, aveva attratto tantissimi visitatori che sono ne sono rimasti incantati, andandosene con lodi per la competenza e lâentusiasmo dei Ciceroni dâeccezione che li hanno accolti: ragazzi il cui impegno non andrebbe mai mortificato ma dovrebbe essere gratificato, poiché rappresenta quel prezioso seme di conoscenza e consapevolezza del proprio territorio che solo consente di coniugare tre semplici verbi, tanto cari al FAI, âconoscere, amare, tutelareâ che tutti noi dovremmo sentirci in dovere di lasciare in eredità alle generazioni che di questi luoghi dovranno prendersi cura.
Sono passati otto anni dal 2007 e bisogna dare merito alle Istituzioni di aver fatto un bel lavoro per il recupero e la visibilità dei resti dellâimponente colonnato romano che fiancheggia via Adriatica. Tuttavia, quellâasse con il suo sistema archeologico meritevoli di valorizzazione, si è fermato poco più in là del portale della Chiesa di San Pietro, oltre il quale sâalza una cortina di buio, indifferenza, degrado e desolazione. In tutta la città nemmeno una indicazione dellâesistenza del Parco Archeologico delle Terme Romane, che, come pure riconosciuto dal Sindaco nel 2007, sono il naturale e più importante epilogo della âpasseggiata archeologicaâ della via Adriatica, cui, non a caso, appartengono a completamento del perimetro di quello che fu Municipium di Roma.
Un nulla che fa male. Soprattutto allâimmagine di Vasto siccome è avvertito anche da quei turisti che, tra oscurità , cartelli pubblicitari in disuso e scomposto parcheggio di auto, riescono a scorgere i cancelli aperti e la presenza di qualcuno ad accoglierli gratuitamente... Per uscirne con la consapevolezza di trovarsi in una città che ha una storia sorprendente da raccontare, ma ponendosi, disorientati, unâunica imbarazzante domanda che non ha risposta: âPerché un sito archeologico di tale importanza e bellezza non è segnalato ed è così⦠nascosto?â.
Come il lettore più avveduto e attento avrà compreso, nonostante gli spiacevoli fatti da cui trae spunto, questa non è né intende essere una lettera di âpolemicaâ e di âscontroâ, ma semmai, come è nelle corde e nella mission del FAI, un tentativo di sensibilizzazione alla tutela, valorizzazione e salvaguardia del patrimonio storico e cultuale della Città . Un invito a lavorare insieme, a collaborare, come recentemente raccomandato anche dal Ministro dei Beni Culturali Franceschini, per la valorizzazione di questo gioiello che Vasto custodisce. Una valorizzazione possibile solo con la maggiore âvisibilità â delle Terme Romane, e non certo con il loro oscuramento.
Dopo anni di lavoro silenzioso, durante i quali si è sempre auspicato che le cose potessero cambiare, constato amaramente che ciò non è avvenuto, si intende soltanto ricordare che anche le Terme Romane di Histonium esistono, e sono proprio qui in via Adriatica, a raccontarci e raccontare al mondo una parte importante della storia di Vasto, auspicando che quanto accaduto in questi anni, non escluso quello in corso, non abbia più a ripetersi.
Ci si augura, fiduciosi, che il senso di rispettosa sollecitazione di questa âlettera apertaâ possa avere altrettanto rispettoso riscontro dallâAmministrazione di Città , dalla quale abbiamo peraltro motivo di ritenere sia in arrivo in tali sensi una risposta, positiva e concreta, alle già sollecitate ed urgenti necessità indicate per lâadeguata valorizzazione delle Terme Romane dellâantica Histonium.
Solo un segno di rispetto al valore di ricchezza e di risorsa culturale, economica e turistica, che questo luogo della storia indubitabilmente rappresenta.