Come avviene in molti altre città italiane ed europee, anche a Vasto potrebbero diffondersi gli orti urbani, anche detti orti sociali, aree pubbliche messe a disposizione dei cittadini affinché le coltivino, non con scopi commerciali ma per lâautoconsumo. Le associazioni Vasto Libera, Porta Nuova e Italia Nostra Abruzzo si stanno muovendo per chiedere al Comune di mettere in atto questa pratica, ampliando unâiniziativa in realtà già avviata.
Da un paio dâanni infatti Vasto Libera, grazie a un terreno privato all'Incoronata messo a disposizione da Carlo Centorami, ha dato vita a un primo orto sociale. Per questioni di spazio e di acqua, viene coltivato da 5 persone, ma le dimostrazioni di interesse sarebbero state maggiori. Per questo lâassociazione ha contattato altre realtà e insieme hanno deciso di chiedere al Comune di riprendere questo esperimento e farsi promotore della diffusione degli orti urbani, mettendo a disposizione terreni pubblici inutilizzati. âA Vasto ce ne sono diversi che andrebbero bene â ha detto Centorami â ovviamente devono avere alcune caratteristiche, come disponibilità di acqua, facilità di accesso e vicinanza alle fermate dei mezzi pubblici. Le coltivazioni non sono mirate alla vendita, quindi non ci sono grossi vincoli fiscali".
Tra lâaltro, ha precisato Davide Aquilano di Italia Nostra, âa Vasto la tradizione degli orti era molto diffusaâ. Tra le aree sfruttabili, ha ipotizzato, ci potrebbe essere quella intorno a Langarella.
Quella degli orti urbani è una vecchia pratica, già presente nellââ800 in nord Europa, che sta prendendo piede anche nel nostro paese: âIn Italia câè una normativa apposita â ha spiegato Michele Celenza di Porta Nuova - e alcune Regioni lâhanno recepita con proprie legislazioni, tra cui anche lâAbruzzoâ. Lâiniziativa, ha precisato, ha una rilevanza soprattutto civile: âPuò aiutare molte persone, favorire gli scambi umani, le relazioni. In un momento di crisi, poi, i prodotti possono anche far comodoâ.
Ad insistere sulla valenza civile è stato anche Giancarlo Pelagatti di Italia Nostra Abruzzo, che poi ha aggiunto: âSi assicura inoltre unâinversione di tendenza: mentre le città si estendono sempre più verso la campagna così si porta un poâ di campagna nelle aree urbaneâ. Per la promozione degli orti sociali, Italia Nostra ha tra lâaltro siglato un accordo con lâAnci e il ministero delle Politiche agricole.
I promotori hanno sottolineato infine che l'iniziatica potrebbe avere altre positive ripercussioni ed essere collegata a visite, attività didattiche, botaniche ma anche all'uso di scarti verdi. âGli orti potrebbero servire per recuperare specie che sono quasi dimenticate come pure vecchie tradizioniâ, ha detto Centorami. Tra le ipotesi anche quella di coinvolgere esperti.
Le associazioni chiedono di incontrare lâassessore al patrimonio Nicola Tiberio per illustrare tutti i dettagli della proposta, ora bisogna attendere la risposta del Comune.