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SPOPOLAMENTO NELL'ALTO VASTESE: IL VIAGGIO DI 'AVVENIRE' DOVE NON SI NASCE PIU'

Un'eco nazionale per l'allarme lanciato nel territorio

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Anche la stampa nazionale si occupa del fenomeno dello spopolamento che interessa, ormai da decenni, il comprensorio interno del Vastese. Su 'Avvenire', quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana è stato pubblicato uno speciale, firmato da Giovanni Ruggiero, sui piccoli centri abruzzesi a rischio di estinzione. ''L'autunno dei piccoli'' il titolo dell'inchiesta: ''Abruzzo, viaggio nelle valli dove non si nasce più'', l'eloquente e tragicamente efficace sommario. L'allarme spopolamento è stato rilanciato, nei mesi scorsi, dalla Caritas diocesana di Trivento, guidata da don Alberto Conti, parroco di Castelguidone. E il quotidiano della Cei ha riportato le dichiarazioni del sacerdote e del vescovo di Trivento, monsignor Domenico Angelo Scotti, in un articolo dal titolo ''Creare occupazione e mettersi in rete per frenare l'emorragia'', che riportiamo integralmente. ''Non da oggi, la Caritas di Trivento ha lanciato l'allarme, e si chiede cosa succederà quando in questi paesini che si vanno spopolando l'ultimo chiuderà la porta. ''E' una cosa dolorosa - dice il vescovo di Trivento, Domenico Angelo Scotti - In quarant'anni la popolazione della mia diocesi si è ridotta della metà. E in tutti questi anni si è fatto ben poco perché la gente restasse''. Che fare? ''Da quando sono a Trivento parlo ai sindaci - dice il presule - perché si favorisca la nascita di cooperative. Occorre creare qui le occasioni di lavoro, perché la gente non insegua il miraggio del posto. Le soluzioni stanno nella valorizzazione del nostro territorio. Lo sviluppo, e quindi le condizioni perché la gente resti, sono tutte in queste nostre ricchezze''. I sindaci pare stiano rispondendo. ''Molti di loro - conferma monsignor Scotti - hanno iniziato un lavoro intelligente e proficuo, e sono di esempio per gli altri. Ma non è facile. Il mio invito è quello di guardare oltre il proprio campanile, perché, solo mettendosi insieme, si possono creare occasioni di sviluppo''. Le parrocchie si stanno dando da fare. Don Alberto Conti, parroco a Castelguidone e responsabile diocesano della Caritas, proprio per far capire la drammaticità di questa fuga continua dal territorio, ha dato vita a una scuola di impegno sociale, dedicandola a Paolo Borsellino, suo mito, come dimostra una foto del magistrato che ha nella casa canonica. ''Vogliamo - dice - rendere cosciente la gente. Convincerla a non andarsene''. Nel 1992, la popolazione residente in diocesi superava di poco le 51 mila unità. All'ultimo censimento della Caritas se ne contano 41 mila. Di questi quaranta paesi, ventisette sono sotto i mille abitanti, e di questi quindici ne contano meno di cinquecento; cinque, addirittura, non arrivano a duecento. Il sacerdote mostra meticolose tabelle. ''Dal 2003 al 2006 - dice mostrando le caselle quasi vuote - i matrimoni celebrati sono pochissimi e il numero dei nati non supera, per anno, le dieci unità e solo in pochissimi comuni''. Gli ultrasettantenni sono pi— del 50 per cento della popolazione. La Caritas fa una previsione: nel 2032 l'ultimo chiuderà davvero la porta''.
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